Nati e cresciuti dall’idea di Piero Ambrogio Busnelli e Afra e Tobia Scarpa, gli arredi Maxalto con il lavoro di Antonio Citterio sono arrivati a comporre un catalogo di neo-classici moderni. Moderni perché idealmente legati a visioni di Maestri più libertari come Jean-Michel Frank, rispetto al troppo rigore di Le Corbusier o Mies van der Rohe, neo-classici perché filtrati nelle forme e nelle finiture attraverso lo sguardo contemporaneo di un architetto italiano.
Le radici culturali sono importanti, l’impronta umanistica del progettista è essenziale per affrontare le diverse scale con la stessa intelligenza del disegno.
Mentre progetta la costruzione di nuovissimi edifici, infrastrutture o grattacieli interi, Antonio Citterio sa bene che negli interni, per molte ragioni, forme e tipologie dei mobili cambiano sempre più lentamente, senza clamorose fratture col passato.
La casa e i suoi ambienti tradizionali – soggiorni, sale da pranzo, stanze da letto – tornano ad essere il nucleo dell’interazione sociale, con la grande differenza che negli stessi spazi, grazie anche a un’accelerazione tecnologica fortissima, è possibile la comunicazione personale ma pure quella elettronica: dialogare anche a grandissime distanze, interagire con attrezzature sofisticate, o semplicemente ritrovare la dimensione del gioco, del divertimento, della conversazione.
In questo scenario della casa certamente più complesso di un tempo, l’idea Maxalto di un modernismo classico (o di un classicismo moderno) mantiene il suo valore nei modelli esistenti: ma le più recenti produzioni disegnate nel 2020 da Antonio Citterio si evolvono organicamente fino a mostrare un progetto di cultura dell’arredamento aggiornato ai cambiamenti dell’abitare.